Qual’è una delle cose più belle del campo? I giochi serali, ovviamente, tranne quando non ti becchi un calcio in faccia che ti manda in ospedale.
É il 11-08-2025, il giorno dopo le uscite di sq e finalmente facciamo un gioco serale a basi, divisi di bi-sq. Nel tentativo di scalpare una Sofia Nabil selvatica, mi arriva un calcio accanto all’occhio sinistro alla velocità della luce. All’inizio solo dolore quindi, accompagnata dalla mia assalitrice, mi faccio controllare dal grande Pietro Sandri che mi rassicura dicendomi che dovrebbe essere tutto a posto e che, finito il cerchio, mi farò controllare dal doc per ulteriori accertamenti. Purtroppo però non è stato così, perchè una mezz’ora dopo inizio ad avere le vertigini e faticare a stare in piedi. Mi siedo in attesa che il cerchio si concluda. Il cuore mi batte forte, scoppio a piangere, arriva il doc (il Millo) che prova a rassicurarmi assieme alla Sofi che non potrebbe sentirsi più in colpa di così. Dopo essermi calmata mi fa una breve visita agli occhi e il verdetto è che un po’ di ghiaccio può farmi solo che bene, insieme a una bella dormita rigenerante.
La mattina dopo mi sveglio peggio della sera prima: giramenti e nausea costanti, arrivo in quadrato e mi siedo istantaneamente. A quella vista arrivano i miei due salvatori (la Cate e il Millo) che dopo aver fatto un check sulla mia salute mi droppano che devo farmi un giretto in pronto soccorso per sfatare ogni dubbio. Messa la divisa (così almeno c’è l'assicurazione che copre) inizia il trip nella Sandri-machine con la Cate e le cambusiere che ci scortano al pronto soccorso di Sondrio. Nonostante l'attesa di un’ora per il triage (“Da denuncia”- Cate), ci ricevono e ci mandano in pediatria, nella speranza di fare più in fretta (spoiler: non è stato così), dove un medico ci riceve e mi fa qualche test stupido che pensavo di passare senza problemi. Evidentemente non è stato così, perchè il cucciolo si è spaventato così tanto alla mia ‘quasi caduta’ che ci ha mandata d’urgenza a fare una TAC.
Dopo essere entrata in una stanza gelida, mi fanno entrare in tubone, che inizia a girare e fare rumori strani tipo astronave che deve partire per lo spazio, ma la cosa peggiore è che avevano chiuso la Cate fuori e quindi ero sola con le infermiere. Tutto sommato però siamo di buon umore perchè è solo mezzogiorno, quindi siamo fiduciose che per le 14:00 saremo fuori di lì con l’Adele (povere illuse), perchè tanto manca solo l’esito della TAC e la visita con il neurologo che non dovrebbe durare troppo.
Alle 14:00 fortunatamente arriva l’Adele. Sfortunatamente però arriva anche il doc che ci dice le sue intenzioni: tenermi in osservazione il pomeriggio e spostarci in una camera. Mentre aspettiamo che ci spostino la situazione degenera: la Cate prova a smontare la sedia a rotelle e io mi esaurisco, situazione aggravata da un bambino con un camion dei pompieri giocattolo che faceva un rumore insopportabile.
Circa due ore dopo ci spostano in una camera e ci danno un po’ di viveri (eravamo a digiuno senza acqua da quella mattina) e mi viene imposto di non muovermi da lì fino all’arrivo del neurologo. Sempre esaurite la Cate fa gli agguati al doc per metterlo sotto pressione, visto che c’era il rischio di dover rimanere lì anche la notte se i fiorellini non si sbrigavano. Alla fine però il neurologo pro max arriva e mi visita (minacciando di non venire a recuperarmi se cadevo dal filo immaginario su cui dovevo camminare), facendomi altri test stupidi che, a differenza di quelli fatti la mattina, sono andati meglio e ci hanno permesso di tornare a “casa”.
Recuperate dalla Stella e dalla Ceci, abbiamo passato un piacevole viaggio in macchina carico di gossip (bello il CRAI) e un po’ di lamentele (senza Cate va’ tutto a rotoli), che però mi ha causato una leggera nausea dovuta ai tornanti e alla guida sportiva della Stella. Tornate finalmente al campo mi sono parcheggiata un po’ in cambusa per “Far vedere che sono viva” dove mi è stato gentilmente offerto di mangiare un panino (diciamo che non potevo rifiutare) e dove ci siamo fatte fare la traduzione di tutte quelle robe che avevano scritto sul referto del pronto soccorso perchè il medichese è difficile.
Dopo una cena passata seduta a roteare come una trottola cadendo un paio di volte su Andrea e un cerchio non proprio allegro per me e le Koala, sono andata a dormire scortata dalla mia badante personale (la Anna).
I giorni seguenti sono stati un continuo di: momenti no, dormite in amaca, dormite in tenda, dormite per terra e poco lavoro (praticamente nulla).
Per questo campo è tutto, alla prossima avventura (che speriamo non sia in ospedale).
Ringraziamenti:
- Cate per essersi fatta 10 ore filate con me
- Cambu per i passaggi (e per la ciunga)
- Millo-doc
- Badanti (sq, scolte)
- Nabil per questa esperienza
- Alpenstock per avermi fatto da bastone della vecchiaia
- Marcantonio e გიორგი (pronuncia-Gheorghie) perché si
- Da non dimenticare ovviamente il grande Sandri che a detta sua mi ha preparato un mazzo di fiori come regalo di benvenuto (non perché avessi detto alla Cate di volerlo)
Lucia, Martora Frizzante
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